7 luglio 2020
Pezzettino di Leo Lionni
Consigliato dai 3 anni in su
Capolavoro dell’opera di Leo Lionni, “Pezzettino” tratta una serie di tematiche, delicate e profonde, che potrebbero sembrare eccessive per il pubblico a cui si rivolge. Ben scritto e meravigliosamente illustrato, si legge in pochi minuti che bastano per lasciare nel lettore un “semino” che può germogliare subito oppure dopo qualche tempo.
E’ il racconto di come un bambino può attraversare quella tappa evolutiva – o esistenziale – che riguarda la propria identità e il rapporto con l’Altro: un bel giorno il piccolo pezzettino arancione inizia ad interrogarsi su se stesso e sulle sue origini. Il confronto con tutti coloro che lo circondano e con cui si misura gli suggerisce che il motivo per cui è tanto più piccolo degli altri consista nell’essere parte-di-qualcun altro. Dunque, considerandosi la parte mancante di qualcos’altro, si mette alla ricerca di colui che deve averlo perduto… Così inizia il suo peregrinare: va da Quello-che corre e gli domanda se gli manchi qualcosa e se possa essere proprio lui la sua parte mancante. Quello-che-corre gli risponde che non potrebbe correre cosi velocemente se gli mancasse un pezzettino.
La stessa scena si riproduce in maniera quasi identica quando il piccolo quadratino rivolge la stessa domanda a Quello-che-nuota, poi a Quello-che-vola, a Quello-che-vive-sulle-montagne e, infine, a Quello-saggio, che gli risponde di andare all’isola Chi sono. Approdato sull’isola, Pezzettino cerca affannosamente una risposta alla sua domanda ma nulla sembra poterlo aiutare finchè, cadendo, si rompe in tanti pezzettini più piccoli. Allora, una visione nuova si apre davanti a sé: Pezzettino intuisce di non essere il pezzetto mancante di qualcun altro ma che egli stesso è fatto di tanti pezzetti più piccoli. Ricomposto, sollevato e rasserenato in merito alla nuova rivelazione, Pezzettino torna dai suoi amici che, pur non comprendendo le ragioni della sua felicità, lo aspettano gioiosi.
La semplicità con cui l’autore racconta questo passaggio tanto prezioso della vita di ognuno offre anche ai lettori più piccoli una cornice simbolica accessibile. E lo fa senza banalizzare nè offrire “soluzioni” facili e sbrigative. La domanda, infatti, che Pezzettino va ponendo ai suoi interlocutori riguarda la ricerca di una risposta soggettiva in grado di soddisfare quel senso di mancanza che abita l’essere-umano-che-parla (come direbbe Lionni) o il Parlessere (come direbbe J.Lacan). Dal momento in cui il bambino diventa più competente nel l’uso del linguaggio (e questo avviene intorno ai tre anni), può giungere a simbolizzare questo profondo e radicato senso di non bastare a se stesso. Pezzettino lo fa immaginando di essere lui stesso la parte mancante di qualcun altro: come potrebbe, infatti, un bambino immaginarsi “compiuto” quando fino a quel momento si è potuto rapportare al mondo solo grazie alla mediazione di chi se ne prende cura? Il desiderio di ri-congiungersi con colui (o colei) che può dargli un appagamento totale lo spinge ad una ricerca fuori-di-sé.
Nessuno, però, riesce a soddisfare questa domanda (che per certi versi rimarrà la domanda primigenia di amore che rivolgiamo all’Altro) e sarà solo dopo aver rinunciato ad ottenere questa risposta che Pezzettino potrà accedere ad un’altra rivelazione: quella per cui ognuno di noi è fatto di tanti pezzettini che, come i significanti che preleviamo dall’Altro e con cui ci identifichiamo, ci rendono unici. Originale, creativo e personale è il modo in cui questi tratti vengono cuciti o annodati insieme: a volte meglio, altre peggio, quello che è certo è che l’insegnamento di Pezzettino vale per tutta la vita poiché più di una volta siamo chiamati a rendere conto a noi stessi di chi siamo (a partire da chi-non-siamo). Le illustrazioni, che evocano un mondo tra il reale e il fantastico, lasciano spazio all’immaginazione del lettore che non resta saturo di significati né di risposte pre-costituite. Invitano, anzi, a lasciarsi guidare dalla curiosità errante che può condurci a guadagnare attimi di consapevolezza e ad allargare gli orizzonti della nostra esistenza.
Cinzia Montuori
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Date
7 luglio 2020
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