6 novembre 2018

Come riconoscere i segni precoci della demenza

Come riconoscere i primi segni della demenza?

L’importanza di una diagnosi differenziale precoce

di Claudia Dacquino

Molto spesso con l’avanzare dell’età ci s’inizia a preoccupare di alcune dimenticanze o di alcuni cambiamenti comportamentali. Si ha il timore della comparsa della temuta demenza. Ma cosa s’intende con il termine demenza?

Una patologia complessa legata all’invecchiamento patologico del cervello e caratterizzata da diversi sintomi che evolvono nel tempo. Nello specifico, consiste in un progressivo declino delle funzioni cognitive, quali: memoria, attenzione, linguaggio, ragionamento, oltre ad alterazioni del comportamento e dell’umore. Queste modificazioni nella personalità e nel funzionamento intellettivo causano un peggioramento della qualità della vita e una riduzione della capacità di svolgere autonomamente le attività della vita quotidiana.

Esistono diverse forme di demenza, anche se la forma più conosciuta è sicuramente la malattia di Alzheimer. È utile saperle riconoscere sin dall’inizio per poter porre attenzione ai piccoli cambiamenti che avvengono nel quotidiano.

Vediamo pertanto quali sono le forme principali e più comuni di demenza, considerandone alcuni parametri fondamentali: esordio, sintomi e decorso.

Malattia di Alzheimer

Il morbo di Alzheimer è la forma di demenza più comune al mondo. Come si caratterizza il suo esordio?

  • piccoli problemi di memoria a breve termine

  • occasionale mancanza di giudizio

  • sporadici cambiamenti di personalità

  • lievi difficoltà di linguaggio (non gli vengono alcune parole, ecc.).

Con la progressione della malattia i sintomi influiscono negativamente sulle autonomie, limitandole nella vita quotidiana e pregiudicando le relazioni interpersonali. I sintomi che caratterizzano la malattia sono:

  • difficoltà di memoria a breve e a lungo termine sempre maggiori

  • si aggravano le difficoltà di linguaggio

  • vengono intaccate le abilità visuo-spaziali e di orientamento

  • iniziano a comparire sempre più evidenti problematiche comportamentali (quali aggressività, impulsività, disinibizione, agitazione, insonnia, deliri e allucinazioni) e abbassamento del tono dell’umore.

Negli stadi più avanzati, (decorso) la situazione peggiora ulteriormente, fino ad arrivare al:

  • mancato riconoscimento delle persone care

  • alla perdita del controllo motorio

  • difficoltà di deglutizione

  • difficoltà di controllo degli sfinteri.

Demenza vascolare

Le demenze vascolari, o multinfartuali, rappresentano la seconda forma di demenza più comune. Questa patologia è determinata da un ridotto afflusso di sangue al cervello, causato da piccoli infarti ripetuti nel tempo che portano alla distruzione progressiva del tessuto cerebrale.

In questo caso la sintomatologia non segue un processo definito, bensì dipende da quali aree cerebrali vengono colpite dal danno vascolare. Tipicamente questa forma di demenza ha un andamento fluttuante o “a gradini”, con la comparsa di una sintomatologia cognitiva acuta e improvvisa unita spesso a confusione mentale e disturbo dell’umore e comportamentale.

Dunque, a seconda delle aree cerebrali interessate possono presentarsi una o più difficoltà cognitive o comportamentali, quali ad esempio: lentezza di pensiero, perdita di orientamento e confusione, difficoltà di memoria e concentrazione, difficoltà di linguaggio, improvviso cambiamento di personalità, sbalzi d’umore, depressione, apatia, difficoltà di equilibrio, difficoltà a camminare, allucinazioni, difficoltà di controllo sfinterico.

La demenza vascolare ha un decorso che può essere notevolmente diverso da persona a persona. In alcuni individui, la malattia insorge e si sviluppa in maniera rapida e improvvisa; in altri, compare lentamente e pregiudica le funzioni intellettive in maniera graduale; in altri soggetti ancora, è a comparsa lenta ma subisce un’improvvisa accelerata dopo un infarto, un attacco ischemico transitorio (TIA) o una cardiopatia.

Demenza a corpi di Lewy

Il nome deriva dalla presenza all’interno dei neuroni di aggregati proteici insolubili chiamati corpi di Lewy, la cui azione patologica sembra consistere nell’indurre la morte dei neuroni. Tali cellule si possono riscontrare anche in altre patologie neurologiche, come il morbo di Parkinson  e l’atrofia multisistemica. Esistono tre modalità di esordio:

  • Alcuni individui manifestano inizialmente disturbi del movimento che vengono associati alla malattia di Parkinson. Con l’evoluzione della malattia, queste persone sviluppano anche sintomi di demenza. In questo caso la diagnosi è di “Malattia di Parkinson con demenza”.

  • Alcuni individui manifestano fin dall’inizio un decadimento cognitivo, con difficoltà di memoria, che può indurre a confondere la demenza a corpi di Lewy con la malattia di Alzheimer. Tuttavia, nel corso del tempo due o più tratti comuni che caratterizzano la demenza a corpi di Lewy diventano sempre più marcati e determinanti ai fini diagnostici.

  • Una minoranza di persone, invece, manifesta inizialmente sintomi neuropsichiatrici, quali allucinazioni, cambiamenti nel comportamento e difficoltà nelle funzioni cognitive complesse. In questi casi, grazie a una diagnosi differenziale approfondita è possibile identificare fin da subito la demenza a corpi di Lewy.

Con l’evolvere della malattia queste tre tipologie arrivano a presentare sintomi simili che riguardano la sfera motoria, cognitiva, comportamentale e del sonno.

Demenze fronto-temporali

L’esordio di questa patologia è in genere più precoce (tra i 50 e i 60 anni), rispetto alle altre tipologie di demenze. È così chiamata perché insorge a seguito di una degenerazione delle cellule nervose situate nei lobi frontale e temporale del cervello, le aree deputate al controllo della capacità di giudizio, del comportamento, dell’articolazione delle parole, del linguaggio, della memoria e dei movimenti.

La fase iniziale è caratterizzata prevalentemente da disturbi comportamentali, affettivi e del linguaggio rispetto alle difficoltà di memoria (che possono essere lievi o addirittura assenti).

Nelle fasi intermedie o avanzate, questa categoria di demenze può essere difficilmente distinguibile dalla malattia di Alzheimer.

In questa categoria rientrano:

  • la Demenza frontale, che è caratterizzata da comportamenti compulsivi, alterazioni del tono dell’umore, impulsività, irritabilità e agitazione, ritiro affettivo e aumento dell’appetito;

  • la Malattia di Pick, che è caratterizzata da cambiamenti di personalità (disinibizione, iperoralità, comportamento ossessivo-compulsivo), comportamenti motori anomali e difficoltà di giudizio critico. Si aggiungono, in seguito, difficoltà di memoria e di linguaggio (anomie).

Perché è così importante riconoscere i sintomi precocemente?

Il peggioramento nello svolgimento delle attività quotidiane potrebbe rappresentare un campanello di allarme per una possibile demenza. È importante, dunque, prestare attenzione a qualsiasi cambiamento:

  • nel comportamento

  • nel carattere

  • nel funzionamento intellettivo di una persona anziana.

È importante però tener presente che un cambiamento di personalità potrebbe essere generato anche da una modifica d’identità dovuto alla nuova condizione sociale (pensionamento, riduzione delle attività, diventare nonni, ecc.), che talvolta porta con sé difficoltà di accettazione e depressione reattiva.

In ogni caso, è fondamentale richiedere precocemente una consulenza medica e, se necessario una visita specialistica di natura geriatrica, psicologica e neuropsicologica per porre un’accurata diagnosi differenziale.

Ciò permette di agire di anticipo e di intervenire precocemente per rallentare l’eventuale decadimento cognitivo, attraverso trattamenti riabilitativi, quali ad esempio gli interventi di tipo cognitivo-comportamentale (riabilitazione neuropsicologica e stimolazione cognitiva), detti anche Ginnastica mentale.

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